Popolare Vicenza, finti rimborsi nel mirino
Che cosa cerca la Guardia di Finanza nelle migliaia di documenti sequestrati nelle perquisizioni di martedì 22 settembre agli uffici della Banca Popolare di Vicenza? Come spiegano i quotidiani in edicola oggi l’ipotesi della Procura di Vicenza, che ha aperto un’inchiesta che vede indagati il presidente dell’istituto Gianni Zonin e l’ex ad Samuele Sorato, è che durante gli aumenti di capitale fra il 2012 e il 2014 molti soci abbiano sottoscritto le azioni della popolare anche sollecitati dalla concessione di finanziamenti (la pratica secondo cui «la sottoscrizione o l’acquisto delle azioni della Banca da parte della clientela sono stati effettuati facendo ricorso a finanziamenti erogati dalla Banca» è stata rilevata dalla Bce ed è fra le cause delle maxi perdite registrate nell’ultima semestrale di bilancio).
Ora, però, gli inquirenti sono alla ricerca delle prove di questa «partita di giro». Prove per confermare il ri-acquisto delle azioni con i soldi prestati dalla banca, una pratica che secondo il pubblico ministero Luigi Salvadori che ha in mano l’inchiesta avrebbe movimentato denaro per un valore di 300 milioni di euro. Un’ipotesi che è da dimostrare, e per farlo la Procura si è messa alla ricerca delle «lettere d’impegno» con le quali, al momento dell’acquisto delle azioni da parte del socio, la banca avrebbe assicurato che le avrebbe ri-acquistate in futuro. A quanto riporta il Corriere della sera, in un articolo di Fiorenza Sarzanini, una sessantina di lettere di impegno sarebbero già state individuate e riguarderebbero tra gli altri un gruppo imprenditoriale che fa capo all’ex candidato sindaco di Roma Alfio Marchini, e i gruppi del settore delle costruzioni Degennaro e Fusillo.
Fra i sei indagati c’è Zigliotto
Le ipotesi di reato sono aggiotaggio e ostacolo all’attività degli organi di vigilanza. A quanto riporta oggi Il Giornale di Vicenza gli indagati sono sei: oltre a Zonin e Sorato, i due consiglieri del Cda della Banca Popolare di Vicenza Giuseppe Zigliotto, attuale presidente di Confindustria Vicenza, e Giovanna Dossena, e poi i due ex vicepresidenti Emanuele Giustini e Andrea Piazzetta. Il procuratore capo di Vicenza Antonino Cappelleri non esclude che l’indagine possa allargarsi anche ad altri componenti del Cda.
Gli indagati negano ogni accusa. Come riporta il quotidiano berico, i legali Giovanni e Giulio Manfredini, che assistono Zigliotto, affermano che il capo degli industriali vicentini non è «mai stato a conoscenza di operazioni irregolari da parte della banca» e auspicano «che si arrivi a chiarire chi aveva responsabilità e fare luce, quindi, sui vari passaggi». Enrico Ambrosetti, legale di Gianni Zonin, ha fatto sapere che questi «non intende dimettersi» e ribadisce che «questo sarà il suo ultimo mandato» come già detto all’ultima assemblea dei soci.
Parte l’azione collettiva dei soci azionisti
Intanto si muove il fronte degli azionisti della Banca Popolare di Vicenza. Lo studio legale Calvetti di Treviso, che rappresenta gli associati del Siti (Sindacato Italiano per la Tutela dell’Investimento e del risparmio), ha avviato un’azione collettiva per conto di un gruppo di azionisti. L’ipotesi è che «siano stati raggirati dalla banca ad acquistare azioni per ottenere prestiti penalizzati poi dal falso valore delle azioni cui è conseguita la svalutazione e quindi il danno».