Banca Popolare di Vicenza, 1 miliardo di perdite

Sono negativi, come era atteso, i dati dei conti semestrali gennaio-giugno 2015 per la Banca Popolare di Vicenza. Oggi il Consiglio di amministrazione dell’istituto di credito vicentino ha approvato i risultati consolidati del primo semestre dell’anno: il risultato netto è negativo per -1.053 milioni di euro.

Un rosso, spiegano dalla banca, «in massima parte conseguente a componenti valutative non ricorrenti tra cui

• l’impairment sugli avviamenti (pari a 269 milioni di euro lordi, con impatto neutro sui ratios patrimoniali) relativi alle acquisizioni passate;

• un deciso incremento dei livelli complessivi di copertura, con rettifiche di valore su crediti pari a 703 milioni di euro (157 milioni di euro nel primo semestre 2014). L’indice di copertura dei crediti deteriorati passa dal 35,1% del 31 dicembre 2014 al 39,6% del 30 giugno 2015 (+4,5 p.p.);

rettifiche di valore nette delle attività finanziarie disponibili per la vendita e partecipazioni per 119,3 milioni di euro (27,4 milioni di euro al 30 giugno 2014);

• accantonamenti ai fondi per rischi ed oneri per 380,1 milioni di euro (7 milioni di euro al 30 giugno 2014), principalmente riferibili agli stanziamenti effettuati a fronte degli esiti della recente ispezione della BCE sul capitale sociale e della successiva attività di ricognizione degli assetti patrimoniali della Banca svolta dal management».

Azioni per 974 milioni comprate con i prestiti

Ha pesato insomma la mano della Banca Centrale Europea che ha preteso di operare una decisa pulizia dei conti. Proprio gli accertamenti ispettivi della Bce hanno messo in luce l’esistenza di ben 974,9 milioni di euro di finanziamenti erogati dalla Banca Popolare di Vicenza a suoi clienti, soldi che sono poi stati spesi dai clienti stessi per acquistare azioni della banca.

Una gigantesca partita di giro che viene descritta in questi termini nel comunicato del Cda di oggi: «Il bilancio consolidato semestrale al 30 giugno 2015 tiene conto dei rilievi che il team ispettivo della BCE ha anticipato alla Banca, nonché delle ulteriori attività di ricognizione che il management della Banca ha svolto supportato da consulenti legali, finanziari, contabili e fiscali di primario standing. In particolare, le verifiche ispettive della BCE, i cui esiti non sono ancora stati formalizzati, e gli ulteriori accertamenti condotti dalla Banca hanno fatto emergere diverse posizioni nelle quali la sottoscrizione o l’acquisto delle azioni della Banca da parte della clientela sono stati effettuati facendo ricorso a finanziamenti erogati dalla Banca. L’importo complessivo dei finanziamenti erogati dalla Banca individuato a seguito delle analisi svolte come correlato all’acquisto o alla sottoscrizione di azioni della Banca è pari a 974,9 milioni di euro».

Di qui l’iscrizione al bilancio consolidato semestrale al 30 giugno 2015 di una riserva indisponibile per un ammontare pari al capitale oggetto di queste operazioni, dopo aver dedotto da quella cifra «le rettifiche di valore per merito creditizio (pari a 23,5 milioni di euro) e gli specifici accantonamenti ai fondi per rischi ed oneri (pari ad € 339,7 milioni di euro) che si è ritenuto di rilevare prudenzialmente in considerazione dei rischi associati a posizioni specifiche». La riserva creata ammonta perciò a 611,6 milioni di euro.

Inoltre altre verifiche che hanno fatto emergere altri «profili di rischio in connessione con alcune posizioni specifiche» pari a 26,5 milioni di euro. Per farvi fronte è stato deciso un accantonamento al fondo per rischi e oneri pari a 15,9 milioni di euro. Tutto questo, spiega il Cda, «incide anche, e per l’intero importo del capitale interessato dai fenomeni citati, sui Fondi Propri della Banca al 30 giugno 2015, cui – in coerenza con le indicazioni della BCE – è stato applicato un “filtro prudenziale” il cui importo, tenuto conto delle svalutazioni e degli accantonamenti effettuati, ammonta a 622,2 milioni di euro».

Aumento di capitale: 1,5 miliardi nel 2016

Il Cda odierno ha poi dato il via libera ad un deciso aumento di capitale. L’obiettivo è rastrellare dal mercato 1,5 miliardi di euro entro la primavera del 2016. Un programma di «rafforzamento patrimoniale» che, dicono dalla Popolare di Vicenza, «ulteriormente rafforzarsi in ragione dei positivi effetti connessi alla già pattuita cessione della partecipazione detenuta nell’ICBPI (l’Istituto centrale delle banche popolari, ndr), la cui esecuzione è attesa per fine anno. Tale programma di rafforzamento patrimoniale sarà sottoposto preventivamente ai competenti Organi di Vigilanza e Controllo».

Piano industriale in settembre

Il management guidato dal direttore generale Francesco Iorio sta lavorando al nuovo piano industriale di rilancio 2015-2020 che, spiegano dalla banca vicentina, è «in corso di finalizzazione» e «sarà approvato nel prossimo mese di settembre». Il piano «riafferma con forza il ruolo di BPVi quale “Banca del territorio” nelle proprie aree core e delinea una Banca “semplice e snella”, focalizzata sul business tradizionale di banca commerciale».

Banca Popolare di Vicenza, i conti del primo semestre 2015

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