Unioncamere ci crede: +1,1% il Pil veneto
Pil veneto in crescita del 3% in due anni e una locomotiva che torna a correre, anche se scontando la palla al piede del ritardo sul fronte del digitale. È la previsione per il biennio 2015-2016 messa nero su bianco dal centro studi di Unioncamere del Veneto, che oggi ha presentato il rapporto annuale “La situazione economica del Veneto”.
La variazione positiva del Pil a fine 2015 sarà del +1,1%, secondo i dati forniti dal rapporto, e il 2016 dovrebbe andare ancora meglio, con una previsione di un +1,9%. Un biennio che dovrebbe collocare di nuovo il Veneto tra le regioni traino all’economia italiana.
Il rapporto è stato presentato questa mattina al padiglione AQUAE di EXPO Venice 2015. A fare gli onori di casa Fernando Zilio, presidente Unioncamere del Veneto (nella foto in alto): «Per accelerare i benefici che potrebbero derivare al consolidamento di una ripresa, che è presente ma rimane debole, servono dosi massicce di innovazione e di e-business – ha commentato Zilio – Se saremo davvero in grado di cogliere le opportunità della Rete e coniugarle con il design e la creatività che rendono unici i manufatti del “prodotto in Italia” nel mondo, per il Veneto e per l’intero Paese la strada della crescita potrebbe essere spianata».
Un 2015 a tutto export, ma si risvegliano i consumi
Saranno ancora le esportazioni, secondo Unioncamere Veneto, la principale leva di sviluppo con un andamento più dinamico rispetto alle già buone previsioni italiane. Nel 2015 l’export veneto dovrebbe crescere del +5,4%, favorito da euro debole, basso prezzo dei prodotti energetici e tassi di interesse in discesa grazie all’azione di contrasto alla deflazione della BCE. Agroalimentare e arredo-casa, però, devono fare i conti con l’instabilità in Russia e Ucraina, dove le tensioni e i conflitti, con relative sanzioni e possibili crisi finanziarie, mettono a repentaglio i rapporti commerciali.
Se l’export è ormai una certezza, la vera novità dell’anno in corso potrebbe essere la ripresa dei consumi delle famiglie venete che aumenteranno del +1,7%, prevede il rapporto, grazie all’auspicato aumento della base occupazionale e a un effetto positivo delle spese dei turisti stranieri anche collegati all’EXPO di Milano. La spesa pubblica dovrebbe registrare una contrazione (-0,7%), ma un contributo positivo arriverà dagli investimenti privati (+1,2%).
Investimenti ancora al palo, Pmi a corto di liquidità
«Solo nel 2016 le imprese dovrebbero effettuare scelte di investimento tali da incrementare la loro dotazione di capacità produttiva» afferma il centro studi di Unioncamere Veneto. «Stando ai dati relativi ai primi mesi del 2015 non sembra che l’enorme liquidità immessa dalla BCE sia effettivamente arrivata alle PMI: a fine febbraio la consistenza dei prestiti vivi al sistema produttivo veneto è diminuita rispetto a fine 2014 passando da 82,7 miliardi a 82,3 miliardi di euro».
Solo il 7,8% delle imprese venete vende online
Le performance digitali delle aziende del Veneto sono in linea con quelle nazionali, ma ci sono dei gap da colmare: solo il 7,8% delle imprese venete vende online con sistemi di e-commerce, contro l’8,2% della media italiana.
Il 98,5% utilizza internet (98,2% in Italia), il 95% è connesso alla banda larga e il 74,3% possiede un sito web (69,2% in Italia). Il 34,2% degli addetti è connesso ad internet una volta a settimana (39,3% la media nazionale), il 39,3% delle imprese acquista online (39,6%).
Emerge anche un profonda frattura generazionale del sistema produttivo. Il 65% delle imprese nate nel 2014 con a capo “under 35” parte già attiva sul web, nel 57,2% con un proprio sito internet o nel 55,9% con una pagina Facebook. Le altre imprese sono in ritardo.
«L’adozione dell’Agenda Digitale del Veneto potrebbe contribuire a colmare il divario digitale, infrastrutturale e culturale di imprese e cittadini – avverte Unioncamere del Veneto – Solo sposando la rivoluzione digitale il Veneto potrà assicurarsi crescita economica e aumento dell’occupazione, nella consapevolezza che la Rete e le sue diverse applicazioni possono essere il vantaggio e l’opportunità per l’intero sistema economico regionale».
Trasporti: il porto di Venezia peggio di Trieste
I dati sui trasporti contenuti nel rapporto di Unioncamere Veneto mettono in evidenza alcune carenze infrastrutturali. Dove ci sono strutture sufficienti, come nel caso della direttrice ferroviaria del Brennero, i numeri crescono: il traffico merci ferroviario dell’interporto di Verona aumenta del 3,3% dal 2013 al 2014, e del 33,6% rispetto al periodo pre-crisi.
Sul fronte dei traffico merci su nave, nel sistema dell’Alto Adriatico il porto di Venezia è quello che cresce di meno: +2,2% del traffico nel 2014. Vanno molto meglio a confronto il porto di Trieste (+10,3%) e quello sloveno di Koper-Capodistria (+12,3%).