Chi era Egidio Maschio, "re dei trattori"

Egidio Maschio si è tolto la vita all’alba del 24 giugno nel suo stabilimento di Cadoneghe, nel Padovano. La morte dell’imprenditore, assai noto in Veneto e ben oltre, è un fatto che ha toccato nel profondo chi lo conosceva di persona e l’opinione pubblica. Aveva 73 anni e cinquant’anni fa aveva fondato, assieme al fratello Giorgio, il gruppo Maschio Gaspardo, azienda partita da una stalla e diventata una multinazionale leader nel settore delle attrezzature agricole.

«Se lavori la terra bene, sai che poi ti ripagherà»: è la prima strofa dell’inno aziendale che Egidio Maschio faceva cantare ai propri dipendenti nelle occasioni di festa. Lavoratore instancabile, nel 1964 aveva dato vita al primo nucleo dell’impresa, realizzando i primi pezzi in una stalla soprannominata poi “la casetta delle frese”. In 50 anni il gruppo è cresciuto fino a contare 19 centri produttivi fra Italia, Romania, Cina e India, e duemila dipendenti. Dal 1 giugno il patriarca aveva ceduto formalmente la guida dell’azienda al nuovo ad Massimo Bordi.

I ritratti di Jori, Bugaro e Fattore

Al di là dell’intima e insondabile vicenda umana, alcuni commentatori hanno visto nella parabola di Egidio Maschio il racconto di un pezzo di quel Nord Est fatto di imprenditori-pionieri che hanno creato quasi dal nulla, a prezzo di grandi sacrifici, solide imprese familiari che ora affrontano non facili situazioni di crisi e di passaggio generazionale.

Il giornalista Francesco Jori, sul Mattino di Padova, scrive: «Quando è uscito di casa, ieri mattina, Egidio Maschio ne era pienamente consapevole: per uno della sua stoffa, non è stata una resa ma una scelta. Lo testimonia il posto stesso dove ha deciso di farla finita: quell’azienda che era stata la sua vita, diventata così grande e moderna, ma anche così diversa da quella mitica “casetta delle frese” da cui era partito mezzo secolo fa. Si è sentito magari inquilino smarrito di un mondo che ha ridotto a ferrovecchio il classico “fai-da-te” dell’imprenditore veneto».

Lo scrittore e avvocato Romolo Bugaro sul Corriere del Veneto ha osservato come «ogni giorno molti uomini d’impresa, per una lunga serie di ragioni, vengono separati dalla loro azienda, dalla loro creatura. E questa separazione, per alcuni di loro – i più risoluti, i più indifesi – può risultare insopportabile».

Silvia Fattore, imprenditrice e già sindaco di Villanova di Camposampiero, ha scritto per VeneziePost un commosso ricordo: «Io, in fondo, Egidio Maschio lo capisco. E come me lo capiscono molti nati e cresciuti tra le pareti delle fabbriche di questo territorio, che deve il suo benessere proprio ad imprenditori come lui. Ne immaginiamo insieme la lucidità, la convinzione, la serenità. Nessuna debolezza. Tutta la sua forza. La forza di un grande imprenditore e di un grande uomo che ha saputo costruire dal nulla una realtà straordinaria fatta di relazioni solide a livello locale e internazionale».

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